PALAZZETTI MAGAZINE
Non è l’ultimo film di fantascienza, non è la previsione di qualche visionario: i pannelli solari al posto dell’asfalto sono già realtà in diversi paesi. Certo, è tutto ancora in fase sperimentazione, si stanno ancora valutando pro e contro, ma è senza dubbio un bel passo avanti tra le innovazioni di sostenibilità ambientale.

La (recentissima) storia delle Solar Road

Pioniere in questo tipo di iniziativa è stata la Normandia, con il progetto “WattWay” di Colas del 2016. Si tratta di 1 solo km di strada ricoperto di pannelli solari, con l’obbiettivo di fornire tutta l’energia necessaria al centro di Tourouvre-au-Perche, abitato da 3400 persone. La vera novità è arrivata dalla Cina, che all’inizio di questo 2018 ha inaugurato addirittura un’autostrada solare a due corsie, più una di emergenza. I pannelli fotovoltaici (che occupano una superficie di 5.875 mq) sono il secondo di tre strati: sotto è stato posto un isolante e sopra uno strato protettivo trasparente, in grado di lasciar penetrare la luce solare. Da questa autostrada si riescono a ricavare un milione di kilowattora di energia pulita all’anno, che in media potrebbe soddisfare il fabbisogno giornaliero di circa 800 famiglie.

I vantaggi dei pannelli solari sulle strade

Se riuscissimo ad avere un numero elevato di strade fatte di pannelli solari, i vantaggi sarebbero molti:
  • Maggiore disponibilità di energia pulita, quindi minore inquinamento causato da fonti fossili
  • Si potrebbero sfruttare i LED dei pannelli stessi per disegnare la segnaletica orizzontale (non avrebbe bisogno di manutenzione e, all’occorrenza, potrebbe essere modificata con facilità)
  • L’energia solare potrebbe essere impiegata per l’illuminazione delle strade, aumentandone la sicurezza
  • I pannelli solari potrebbero essere sfruttati come anti-gelo per eliminare il problema delle strade ghiacciate
Perché allora non abbiamo già sostituito ogni centimetro di asfalto con pannelli solari? Il problema principale è il rapporto costi-benefici, come viene ben analizzato in un’indagine della testata The Conversation. Per il momento, infatti, i costi di installazione e mantenimento sarebbero ben più elevati del ricavo di energia. Senza contare che il posizionamento a un grado di inclinazione non sempre favorevole ai raggi solari, non permetterebbe uno sfruttamento totale di questa tecnologia. Tutto questo per il momento, ma perché le cose cambino… siamo sulla buona strada. In copertina foto © greenMe

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Malika si occupa di social e content per Cricket Adv. Ha collaborato con il MuDeFri (Museo del Design del Friuli) e nel tempo libero è volontaria del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Le piacciono le mostre d'arte, il mare in tutte le stagioni e i biscotti al cioccolato!